Epilessia: Il primo forum europeo della ricerca

Convegno Ferrara: la ricerca europea sull'epilessia

Epilessia: Il primo forum europeo della ricerca

di Dott.ssa Francesca Sofia, Direttore Scientifico FIE

Il convegno La ricerca sull’epilessia nell’Unione Europea: stato dell’arte e opportunità per il futuro, organizzato a Ferrara dalla Federazione Italiana Epilessie (FIE) e dal team dei ricercatori del progetto Epixchange, ha permesso di fotografare lo scenario della ricerca sulle epilessie in Europa e di capire cosa è ragionevole attendersi nel prossimo futuro ed i principali ostacoli da superare per favorire lo sviluppo di nuove e più efficaci terapie.

Nell’ambito di un formato innovativo e senza precedenti, per la prima volta sono stati riuniti in Italia tutti i più grandi progetti di ricerca finanziati dalla Commissione Europea: sei grandi progetti, sostenuti con oltre 70 milioni di euro, che coinvolgono decine di laboratori e istituti in tutta Europa.

All’evento hanno partecipato anche le industrie farmaceutiche, le grandi organizzazioni non profit internazionali che finanziano ricerca, i rappresentati delle istituzioni europee e le persone con epilessia.

Tra le novità di maggiore rilievo presentate nel convegno; la terapia genica, l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, la diagnosi precoce della malattia e la personalizzazione delle terapie basata sul profilo genetico di ogni persona.

Inoltre, nei due giorni di presentazioni e confronti, sono stati messi a fuoco gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della ricerca e le possibili soluzioni per superarli. In particolare, parlare di epilessia con una sola voce, presentando il bisogno di attenzione e di risorse, è stata riconosciuta da tutti gli intervenuti, come l’unica strada possibile per riuscire ad ottenere ascolto e risposte dalle istituzioni.

In tal senso si sviluppa l’attuale azione di FIE che oggi riunisce 24 associazioni in Italia ed ha avviato, insieme ad alcune delle associazioni aderenti, un piano per sostenere la ricerca attraverso la costituzione del Comitato Promotore della Fondazione Italiana Epilessie. La prima azione concreta in questa direzione è stata la co-organizzazione di un Convegno, quello di  Ferrara appunto, che potesse permettere di costruire una visione unica e coordinata dello studio della malattia e l’identificazione delle aree di indagine più promettenti. Solo la messa a sistema delle scoperte raggiunte sinora dai diversi gruppi e l’ottimizzazione della resa degli sforzi e degli investimenti sostenuti, siamo convinti, porterà a risultati concreti ed a nuove terapie in un futuro possibile.

 

NOVITÀ DELLA RICERCA

L’optogenetica

Bloccare una crisi epilettica grazie a un fascio luminoso: è quanto si punta a fare con l’optogenetica, uno tra i trattamenti più avanzati per l’epilessia oggi in fase di studio.

La tecnica prevede di inserire nelle membrane dei neuroni proteine sensibili alla luce, attraverso la terapia genica. Queste proteine hanno la capacità di cambiare lo stato elettrico delle membrane stesse quando sono irradiate con raggi luminosi. In questo modo è possibile interrompere una crisi epilettica, bloccando lo stato di ipereccitazione elettrica dei neuroni che ne è tipico. Per fare questo i ricercatori stanno sperimentando microscopiche fibre ottiche da impiantare nel cervello.

Farmaci personalizzati contro l’epilessia

Per una quota dei pazienti con epilessia compresa tra il 30 e il 40% i farmaci oggi disponibili sono del tutto inefficienti e molti di loro sono esposti a importanti effetti indesiderati. L’origine di questo fenomeno oggi non è conosciuta e si suppone che abbia cause genetiche. Per avere conferma di questa ipotesi e individuare quali varianti genetiche ne siano responsabili un gruppo di ricercatori dello University College London, coordinati da Sanjay Sisodia, sta seguendo un grande progetto finanziato dall’Unione Europea per comparare il genoma e la storia clinica di oltre 12.000 pazienti affetti da epilessia in tutta Europa.

Uno strumento per la diagnosi precoce dell’epilessia

I microRNA, frammenti di materiale genetico che si trovano anche nel sangue, possono costituire un “campanello d’allarme” che consenta la diagnosi precoce dell’epilessia. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’Università di Ferrara, coordinati da Michele Simonato, analizzando campioni di sangue in modelli sperimentali di epilessia: infatti, chi è colpito dalla malattia ha livelli di queste molecole diversi e “disequilibrati” rispetto a quelli misurati in soggetti sani.

Oltre ad essere uno strumento per capire chi si ammalerà, i microRNA potrebbero essere il bersaglio di nuove terapie per l’epilessia, che intercettandoli ne eviti le azioni dannose.

Epidemiologia dell’epilessia

Oggi sono affetti da epilessia 65 milioni di persone nel mondo, 6 milioni in Europa e 500mila solo in Italia, con circa 32.000 nuovi casi all’anno. L’epilessia è un problema sociale e sanitario di grande rilievo che nel mondo colpisce un numero di persone superiore alla somma di quante sono affette da sclerosi multipla, malattia di Parkinson e distrofia muscolare e le stime più recenti calcolano che almeno una persona su dieci svilupperà una qualche forma di epilessia durante il corso della propria vita.

In età pediatrica, l’epilessia rappresenta la principale malattia neurologica nei bambini e ogni anno circa cinque bambini su 1000 sono colpiti da una forma di questa patologia.

Inoltre, l’epilessia costituisce la causa principale di ricorso alla terapia intensiva neonatale tra i bambini prematuri e tra quelli nati a termine. Si tratta di un evento grave poiché l’insorgenza precoce della malattia causa in molti casi deficit neurologici a lungo termine.

 

I PROGETTI PRESENTATI A FERRARA

EpiTarget

Il progetto si occupa di identificare e validare, anche nell’uomo, nuovi biomarcatori della malattia e di studiare i meccanismi di base di come si generano le crisi epilettiche.

E’ coordinatore del progetto Merab Kokaia, attualmente direttore del Laboratorio di epilessia sperimentale all’interno del Centro per l’epilessia dell’Università di Lund (Svezia). Si occupa di mettere a punto nuove strategie terapeutiche nell’epilessia ed è esperto di optogenetica, un innovativo trattamento per trattare con la luce le aree del cervello ove originano le crisi epilettiche, bloccandole quando insorgono.

Titolo del progetto: Targets and biomarkers for epileptogenesis, avviato nel novembre 2013, durata 5 anni.

EpiStop

Obiettivo del progetto è comprendere i meccanismi biologici dell’epilessia, sviluppare strategie preventive, identificare biomarcatori e sviluppare nuove terapie per interferire con i processi che portano allo scatenarsi delle crisi nell’uomo.

Il coordinatore è Sergiusz Jozwiak, direttore del Dipartimento di neurologia ed epilettologia presso l’Istituto pediatrico sanitario di Varsavia. Il prof. Jozwiak si occupa di sclerosi tuberosa ed epilessia ed è stato insignito di numerosi premi per la sua attività scientifica sia a livello nazionale sia internazionale.

Titolo del progetto: Long-term, prospective study evaluating clinical and molecular biomarkers of epileptogenesis in a genetic model of epilepsy-tuberous sclerosis complex, avviato nell’ottobre 2013, durata 5 anni.

EpimiRNA

Il progetto studia il ruolo dei microRNA, molecole dell’organismo che come interruttori “accendono” o “spengono” i geni, nello sviluppo, nel trattamento e nella diagnosi dell’epilessia del lobo temporale.

E’ coordinato da David Henshall, professore di Fisiologia all’Università di Dublino e ricercatore specializzato nello studio della morte cellulare nell’epilessia. Ha pubblicato oltre 100 lavori in riviste scientifiche internazionali ed è autore di molti contributi inclusi in libri di settore.

Titolo del progetto: MicroRNA in the pathogenesis, treatment and prevention of epilepsy, avviato nel settembre 2013, durata 5 anni.

Epixchange

Obiettivo del progetto è esplorare e sviluppare nuovi, avanzati e non convenzionali sistemi per la terapia delle epilessie parziali. E’ diretto da Michele Simonato, professore associato presso il Dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’Università di Ferrara.

Titolo del progetto: Innovative gene therapies for epilepsy treatment, avviato nel dicembre 2011, durata 4 anni.

Desire

Il progetto intende identificare le cause genetiche e i meccanismi secondo cui si sviluppano e lavorano diverse patologie che hanno tra le loro manifestazioni l’epilessia. In particolare, lo studio punta la sua attenzione sui bambini. E’ coordinato da Renzo Guerrini, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Azienda ospedaliero universitaria Meyer e professore ordinario di neuropsichiatria infantile all’Università di Firenze. E’ stato uno dei primi ricercatori a lavorare sulla genetica dell’epilessia e delle malformazioni della corteccia cerebrale. La prestigiosa rivista scientifica internazionale  Lancet Neurology nel giugno 2014 ha dedicato a Guerrini e alla sua carriere scientifica un ritratto nel cui titolo è definito colui “che vede le cose che altri non vedono”.

Titolo del progetto: Strategies for Innovative Research to Improve Diagnosis, Prevention and Treatment in Children with Difficult to Treat Epilepsy, avviato nell’ottobre 2013, durata 5 anni.

EpiPGX

Obiettivo del progetto è migliorare i trattamenti e le terapie in modo da personalizzare le cure per l’epilessia grazie a nuovi biomarcatori genetici, stratificare i pazienti per gli studi clinici con lo scopo di evitare la cronicità della malattia, prevenire le ricadute e ridurre gli eventi avversi derivanti dai farmaci. Lo studio è coordinato da Sanjay Sisodiya, professore di neurologia dello University College Londra, la cui attività di ricerca si concentra sull’azione degli anti-epilettici e sulle diverse risposte ai farmaci. Si occupa anche di malformazioni della corteccia cerebrale e di genetica dell’epilessia.

Titolo del progetto: Epilepsy Pharmacogenomics: delivering biomarkers for clinical use, avviato nel gennaio 2011, durata 5 anni

Simona Borroni
borroni.simona@gmail.com